Passione

Aforismi

Paolo Crepet

Alla base della realizzazione di sé dev'esserci il desiderio. Eppure questo è il sentimento piú frequentemente temuto e negato: piú si desidera piú si è liberi, quindi potenzialmente autonomi, non influenzabili, non ricattabili.
Che significato potrebbe avere mai la vita se fosse soltanto un gioco con la propria ombra?
Dovremmo trovare il coraggio di esimerci dall’idea di asportare chirurgicamente ogni forma di dolore e di frustrazione dal cammino di crescita dei nostri figli.
Dovresti imparare che la vita, come l’amore, è l’unico business il cui bilancio deve finire in rosso: bisogna dare tutto senza calcolare ciò che ci viene riversato. Quello che diamo agli altri è nostro per sempre, mentre quello che si tiene per sé è perso per sempre.
Educare significa tirare fuori il talento di ognuno, il suo grado di libertà, la strada per apprendere davvero.
Essere liberi costa, non esserlo costa di piú. Essere felici è impegnativo, non esserlo richiede ancor piú sforzo.
Il coraggio di rischiare, la voglia di credere nei figli, la disponibilità a pensare che sono in grado di far bene le cose che gli competono.
Il cucciolo deve imparare che una regola, è una regola e non cambia secondo l'umore di chi regge il guinzaglio.
Il fare prevale sul pensare.
Il livello di tolleranza e le capacità di sopportare compromessi variano da persona a persona.
Il teatro è meraviglioso proprio in quanto mette in scena gli stati d’animo, coinvolge mantenendo nel contempo le distanze della vita vera. Il teatro è una scuola di emozioni come le fiabe per bambini.
Il valore e l'importanza delle esperienze negative risiede nel fatto che attraverso questi improvvisi cambiamenti si piantano i primi semi di un sistema immunitario psicologico forte ed efficiente.
L'amicizia non fa sconti, è un sentimento onesto: restituisce tutto ciò che si è seminato.
L'amicizia non serve per sé ma per entrambi, non è visione egocentrica ma relazione svelata.
L'amicizia è necessità, mai convenienza. Esigenza dettata dall’intelligenza emotiva.
L'amicizia è un lavoro serio, necessita continuità, dedizione, manutenzione attenta, come accade per tutte le cose rare e preziose.
L'eccellenza, quando arriva e se arriva, è frutto di un lavoro lungo e faticoso.
L'essenziale non lo si coglie quando i conti tornano, ma soltanto quando il sipario cala all’improvviso e non resta che una platea vuota e ci si sente immensamente soli.
La competizione non è per tutti e soprattutto non seleziona i migliori, solo i meno sensibili.
La dignità è sapere che si ha il diritto di negarsi, e credo sia importante soprattutto nell’età adulta.
La felicità è come un treno senza orario: ne passa uno ogni tanto. Non puoi prevederne l’arrivo, né sapere quando ripartirà. Il tuo compito è andare in stazione.
La vita è una rete di piccoli, invisibili appuntamenti.
Le regole e i 'no' sono come dei paracarri ai lati di una strada; sono punti di riferimento, non debbono cambiare di posizione, non possono decidere di esserci o non esserci.
Mostrando fermezza e capacità di giudizio non contaminato dal virus del condono si può indicare la strada ai nostri cittadini piú giovani.
Non puoi pretendere di trovare la felicità se non hai il coraggio di dire di no.
Pensare significa essere liberi, e questo fa paura a chi sente minacciato il proprio potere di controllo.
Per crescere è indispensabile sentire di appartenere a qualcosa e a qualcuno: un amore, un’ideologia, una bandiera, una fede, un amico, un maestro, un mito.
Per guarire non basta certo cambiare partner perché a quel punto sembra impossibile poter amare ancora.
Quando il dolore si trasforma in disperazione l’educatore deve offrire la sua capacità di ascolto, il suo conforto, la sua parola. Esserci.
Recriminare dà dei vantaggi: non si è costretti a proporre qualcosa di diverso. Il lamento fa comodo.
Se ci s'innamora senza prima aver coltivato l’amore per se stessi, si andrà incontro alla tristezza dell’umiliazione.
Se non si è convinti del proprio valore, non ci si farà mai rispettare: senza autostima non si va lontani. Dignità e autostima vanno di pari passo.
Spesso non si parla per timore delle reazioni. Eppure si ferisce di più con l’omissione, l’indifferenza: espressioni della forma del più terribile disprezzo.
Un bambino, proprio come un genitore, cresce gentile non perché parla sottovoce o perché mangia educatamente, ma in quanto matura nella convinzione che la crescita di sé avviene soltanto parallelamente alla rinuncia al proprio egoismo. Per non morire annegato, da grande, nella propria gelosa e noiosa autarchia.
Un no, perché abbia peso e valore, deve essere spiegato, non può essere solo imposto. Un no, come una regola, richiede coerenza, componente essenziale dell’autorevolezza.
Un paese civile dovrebbe proibire le scuole che funzionano solo sulla base della possibilità dei genitori di pagare la retta.
Uno schiaffo può scappare anche al genitore piú mite, in ogni caso esso segna malinconicamente la nostra incapacità a capire e a educare.
È giusto ribellarsi a una certa cultura che prevede che le emozioni debbano essere sempre controllate: che non bisogna piangere né ridere troppo e nemmeno essere eccessivamente tristi.